sabato 3 novembre 2007

Questione di prospettiva


Essenzialmente è una questione di prospettiva.
Il difficile è assumere la prospettiva altrui. Elias Canetti diceva che siamo chiusi nell'impossibilità di essere qualcun altro. Per molto tempo questa frase mi ha tormentato, per molto tempo l'ho contestata. Spesso mi sono sentito qualcun altro, un qualcun altro migliore a volte, peggiore... spesso.
Ma, in definitiva, solo diverse sere addietro mi è capitato di capirla veramente.
Mio padre a volte ripete: mi piacerbbe essere, solo per cinque minuti, nella testa di Solo.
Sembra ridicolo ma è così: non possiamo essere qualcun altro. Punto.
Ma anche questa è una questione di prospettiva...


giovedì 27 settembre 2007

Non avevo niente da fare


... Se non stare con il naso all'insù...

martedì 4 settembre 2007

Cattedrali ad uncinetto

giovedì 23 agosto 2007

In attesa

giovedì 9 agosto 2007

Un Istante

giovedì 2 agosto 2007

Un Vortice Solo

Blogged with Flock

giovedì 26 luglio 2007

Biblioteca


Qualcosa che a casa ci tramandiamo: un impegno.

Blogged with Flock

martedì 3 luglio 2007

Mistretta

Sabato 30 giugno sono stato a Mistretta sui Nebrodi.
La parte finale della giornata è stata dedicata ad una lunga passeggiata per le vie di questo paesino, che un tempo contava più di 20.000 abitanti (oggi solo 5.000), arroccato su di un rilievo roccioso a metà strada tra Palermo e Messina.
Nel 1282 i suoi cittadini parteciparono ai "Vespri Siciliani" ed i Re Aragonesi la inserirono tra le città demaniali con il titolo di "Imperialis", acquisendo, così, un posto nel Parlamento del Regno.
Un paesino molto ben curato i cui palazzi nobiliari (Palazzo Tita, Palazzo Scaduto, Palazzo Salamone Giaconia, Palazzo Russo, mirabili per eleganza) e le ben 22 splendide chiese chiariscono immediatamente al visitatore la storia e la fortuna di questo luogo.
Guardando verso il mare si possono vedere, vicinissime le Eolie, e a sud sud-est si erge un boschetto che cinge il paesino.
Non esiste un albergo (o meglio ve ne è solo uno a quanto pare non all'altezza del luogo) e nessun bed&breakfast. A quanto pare non si tengono manifestazioni di rilievo (vi è la processione della Madonna della Luce) e comunque qualunque esercizio commericale nei giorni di festa rimane rigorosamente chiuso. Il fatto, poi, che sia la porta dei Nebrodi viene quasi tenuto segreto.
Mi è stato detto che vi è una sorta di volontà di allontanare i riflettori da questo giardino, la voglia di rimanere in disparte ed anche una sorta di alterigia nobiliare per quello che è stato il proprio passato e che non è più.
In una società che tende allo sfruttamento di qualsiasi risorsa questo è sembrato inconcepibile, anche al sottoscritto.
Devo dire, tuttavia, che questo sdegno nobiliare, questo rifiuto di fare il salta in banco per stormi di turisti, il rifiuto di ogni logica commerciale, questa, quasi, volontà di oblio, il declino fiero e decoroso di una società, ripensando questo luogo, mi sembra davvero struggente.
Fare una colpa di queste scelte, oltre che superficiale, è inopportuno.
Il luogo, ripeto, è davvero molto ben curato, le persone cordiali ed al contempo austere. E questi fattori non possono che accrescere il rispetto di certe scelte. Per visitare Mistretta lo devi volere e devi camminare in punta di piedi e poi non lasciare traccia della tua presenza.
Quanta differenza dal precedente viaggio ad Ortisei. Quanta sicilianeità gattopardesca nell'animo di Mistretta.
Ed è per questa mediterraneità, per questo struggente senso di aver vissuto e perduto l'età dell'oro, per il nome che forse proviene da
Am’Ashtart (popolo di Astarte divinità fenicia), per i suoi tramonti, per le isole in lontananza, per i sui boschi carichi di mistero, per tutti questi motivi e per altri che neanch'io so spiegare, in questo post non lascerò nessuna fotografia, nessun ricordo, nessuna cartina, nessuna traccia.

sabato 23 giugno 2007

L'effimero del blog


La volta scorsa, in auto, ripensavo ai blog sui quali scrivo (il Grande CoComero e Sorsetti, oltre a questo ovviamente).
Ho pensato a tutti gli altri blog e siti che leggo (da Non eri Eistein a non eri niente al bolg di De Biase, da Tanto a duepunti), ho sfogliato le loro pagine mentalmente, sono risalito ai post più vecchi, a quelli lontani nel tempo, a quelli lontanissimi. Ho ripensato a Stoner Rock Rules, ormai abbandonato...
Mi è venuta una gran tristezza nel pensare come le parole, le storie, i discorsi si perdano...
Ho pensato che si perdono sino a quando, vengono ritorovati da qualche navigatore giunto non si sa come e non si sa da dove.
Parole e immagini come reperti archeologici, come messaggi in bottiglie...

(foto: Sometimes life is just too ephemeral, Davefitch)

martedì 19 giugno 2007

La vertigine non è...

Mi è sempre piaciuta questa frase: la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare.
Mi piace perché ribalta i luoghi comuni e conferisce un nuovo significato alle paure dell'uomo (e forse anche alle sue aspirazioni).

(Foto di Enrico Spedale: Deltaplano)

domenica 22 aprile 2007

Canyon dello scrittore


(Foto di Enrico Spedale)

venerdì 13 aprile 2007

TANTO ... un blog che ci piace



Questa fantastica fotografia (realizzata, peraltro, dal creatore del blog, Andrea Borruso), è il primo impatto che si ha con "TANTO le cose che ci piacciono..."

Si tratta di un blog che riesce ad unire aspetti tecnico-professionali con quelli passionali, intesi quest'ultimi come passione per il proprio lavoro e passione per il mondo.

Mi spiego meglio:
i temi principali trattati da TANTO son quelli relativi alla:

-) cartografia computerizzata, o meglio di sistemi informativi geografici - in lingua inglese
Geographic(al) Information System, abbreviato in GIS- quali sistemi computerizzati che permetteno l'acquisizione, la registrazione, l'analisi, la visualizzazione e la restituzione di informazioni derivanti da dati geografici, geo-referenziati (definizione tratta da Wikipedia).
-) e-learning e didattica, intesi non solo come distribuzione online di contenuti didattici, ma anche come approccio all'analisi dei problemi, alla ricerca delle soluzioni e come metodo di
formazione.

All'interno di TANTO si possono trovare, inoltre, notizie, tutorial, geo-dati, collegamenti alle applicazioni archeologiche del GIS, e quant'altro, diventando il tutto una finestra sul mondo che sotto di noi sembra che stia fermo ma...

Ma soprattutto il bello di questo blog è che le questioni tecniche sono trattate nel loro aspetto concreto e pratico, senza mai rinunciare all'analisi delle loro molteplici implicazioni interdisciplinari.

In tale maniera risulta fruibile sia dai tecnici del settore,
ma anche da chi vuole scoprire un nuovo approccio alla geografia, meravigliandosi per il mondo che ci circonda là fuori...

lunedì 26 marzo 2007

Concludendo... concludendo...

(foto: Masetta Di Lorenzo del Casale)

Mi è capitato oggi di ripensare a queste montagne.
Mi è capitato di ripensarle durante il mio di soggiorno.
Oggi le ho ripensate così, come dire, senza che la mia immagine, senza che i miei ricordi invadessero quel contesto.
Ed è stato strano, come osservare, la sera mentre si ritorna a casa, le luci degli appartamenti che si accendono nei palazzi:
nascondono la vita che prescinde la nostra esistenza.

mercoledì 14 febbraio 2007

Oltremare


Dedicato a te, che da terra guardi il navigare







(foto di Marco Politi)

venerdì 9 febbraio 2007

lingue di terra


(foto di Masetta Di Lorenzo del Casale)

Le storie migrano.

Migrano come gli animali, lungo le distese percorse dal vento, oltre le forme delle nuvole, per poi piombare giù.

Giù nel mare, dove sono nate.

Dove, forse, è nata la prima storia. Infondo agli abissi, o negli antri delle spelonche marine.

Ritornano a galla, viaggiano rapidissime sulle increspature delle onde, si infrangono sul renile, disperdendosi, ancora una volta, trasportate da un ponente di fine estate.

Le vediamo passare, quasi accanto a noi, sembra quasi di poterle afferrare, ma, come nei sogni, una volta svegli, rimane nei nostri pensieri quel sapore di déjà-vu, un sentimento che scivola via con il sorgere del sole.

Le storie migrano.

Migrano come gli uomini, o forse sono proprio gli uomini a migrare inseguendo un’avventura, un sogno, un destino diverso... un’altra storia. Dai ghiacciai eterni, sino ad isole immerse in un mare color del vino, lungo le increspature lasciate sull’acqua da improbabili imbarcazioni, come gusci di noci sospinte secondo il capriccio di dei benevoli o avversi.

Le storie si fermano, per un attimo, come d’autunno le foglie, sul decumano maestro di una piccolo paese arroccato, come una testuggine, a guardare il mare. Quel mare che riavrà, un volta deposte le uova, le sue uova, le sue storie che, una volte schiuse, anch’esse migreranno...

giovedì 25 gennaio 2007

dai mondiali dell'82 ad oggi...

Sembra urlare: “Nooooooooon Va!”, come Dan Peterson quando commentava in differita le partite registrate dell’NBA, mentre ancora si sentiva sul secondo audio la voce dell’altro commentatore statunitense.

Si trattava quasi sempre di un tiro da tre sbagliato, infatti le “o” del “Nooooooooon”, duravano tutto il tempo della parabola; invece il “Va!” era come il tocco sul ferro del canestro che faceva schizzare via la palla.

L’effetto era eccezionale perché ti dava l’idea dell’occasione quasi raggiunta ma mancata.

Se invece il giocatore centrava il canestro, allora il “Va!” si trasformava, diventando così l’insieme in un “Noooooooooon ci posso credere! Bomba da tre di Skiles! Lascia partire il suo missile e fa centro!” seguiva urlo da cow-boy d’annata.

È brutto da dire, ma è ancora più angosciante ammetterlo a se stessi: credo (anzi ne sono sicuro) che quel linguaggio, quelle intonazioni nasali e sguaiate, quell’idea che anche l’errore fa spettacolo, ecco credo che quell’idea sia stata assunta e recepita dalla mia auto-bistrattata coscienza. Ogni volta che mi fermo a meditare su cosa ho concluso dopo una giornata di fancazzismo, oppure quando ripenso ad una “balla” che va a buon fine (leggi: il mio Avvocato si beve), ogni dannata volta che lascio partire la coscienza sento sempre in differita la voce di Dan Peterson che commenta la mia vita registrata.

È già pesante vivere con i propri rimorsi, figuriamoci se questi cominciano a parlarti con un accento italo-americano da cronista in pensione

Certo mi è andata bene.

Infatti se durante l’infanzia-adolescenza, invece di guardare Italia 1 avessi guardato, che so… TMC, al posto di Dan Peterson avrei ora Altafini; o magari se avessi guardato Rai 3: Aldo Biscardi. Ti immagini la coscienza che ti parla come Biscardi e sbaglia i congiuntivi?

A conti fatti meglio Dan Peterson, anche se ricordo che quando mi sono laureato ho sentito dentro di me una voce che faceva: “Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!”, capirai: i Mondiali dell’82, avevo dieci anni…