mercoledì 14 febbraio 2007

Oltremare


Dedicato a te, che da terra guardi il navigare







(foto di Marco Politi)

venerdì 9 febbraio 2007

lingue di terra


(foto di Masetta Di Lorenzo del Casale)

Le storie migrano.

Migrano come gli animali, lungo le distese percorse dal vento, oltre le forme delle nuvole, per poi piombare giù.

Giù nel mare, dove sono nate.

Dove, forse, è nata la prima storia. Infondo agli abissi, o negli antri delle spelonche marine.

Ritornano a galla, viaggiano rapidissime sulle increspature delle onde, si infrangono sul renile, disperdendosi, ancora una volta, trasportate da un ponente di fine estate.

Le vediamo passare, quasi accanto a noi, sembra quasi di poterle afferrare, ma, come nei sogni, una volta svegli, rimane nei nostri pensieri quel sapore di déjà-vu, un sentimento che scivola via con il sorgere del sole.

Le storie migrano.

Migrano come gli uomini, o forse sono proprio gli uomini a migrare inseguendo un’avventura, un sogno, un destino diverso... un’altra storia. Dai ghiacciai eterni, sino ad isole immerse in un mare color del vino, lungo le increspature lasciate sull’acqua da improbabili imbarcazioni, come gusci di noci sospinte secondo il capriccio di dei benevoli o avversi.

Le storie si fermano, per un attimo, come d’autunno le foglie, sul decumano maestro di una piccolo paese arroccato, come una testuggine, a guardare il mare. Quel mare che riavrà, un volta deposte le uova, le sue uova, le sue storie che, una volte schiuse, anch’esse migreranno...